Livigno – 1/4 Settembre 2005. È stato il mondiale delle conferme. Ai Campionati Mondiali di Mountain Bike a Livigno le attesissime prove elite di cross country hanno ribadito i verdetti dello scorso anno. Dopo la vittoria fra le donne della norvegese Dahle, la prova maschile ha incoronato per il secondo anno consecutivo il francese Julien Absalon, vincitore di una gara molto combattuta e resa selettiva dal caldo e dall’altura (siamo a oltre 1.800 metri di quota). Absalon ha inizialmente seguito l’offensiva iniziale dell’azzurro Marco Bui, poi ha reagito all’azione dello svizzero Ralph Naf, finché nel secondo dei tre giri previsti si è trovato da solo insieme all’altro favorito della vigilia, lo svizzero Christoph Sauser vincitore della Coppa del Mondo. La soluzione della gara si è avuta dopo 1h20’ di gara, quando in un lungo tratto di single track Absalon ha progressivamente staccato il rivale, transitando alla campana con 11” di vantaggio che ha poi agevolmente gestito nell’ultima parte di percorso. Sauser ha chiuso a 18”, terzo a 54” lo spagnolo José Hermida, già oro nella staffetta, che ha regolato lo svedese Kessiakoff. Gli italiani confidavano molto nelle possibilità di Marco Bui, partito molto forte e rimasto per un terzo di gara insieme ai più forti, per poi venire staccato in salita e retrocedere fino al 16° posto, prima di una bella reazione finale che l’ha portato a chiudere in 11a posizione: “Ho patito tanto l’altura: la gamba era buona ma non riuscivo ad ossigenarmi, così ho lasciato andare i primi sapendo di non poter reggere il loro ritmo e recuperando qualcosa nel finale”. Gli altri azzurri sono arrivati tutti oltre il trentesimo posto (Martino Fruet 30°).
Niente da fare contro Gunn-Rita Dahle. La norvegese trentaduenne ha conquistato a Livigno il suo terzo titolo mondiale di cross country, secondo consecutivo, dimostrando di essere nettamente superiore a tutte le avversarie. La Dahle ha preso il largo già dopo un quarto d’ora di gara, staccando subito la sua rivale più accreditata alla vigilia, la canadese Marie Helene Premont che quest’anno l’aveva preceduta occasionalmente in Coppa del Mondo. La canadese è andata progressivamente spegnendosi, complice anche una caduta nel primo giro, rimanendo fuori dal podio. La Dahle ha proseguito la sua gara indisturbata, fino ad accumulare due minuti di vantaggio sulla polacca Maja Wloszczowska, che nell’ultima tornata ha contenuto il sorprendente ritorno della svizzera Petra Henzi, che a 36 anni coglie la più grande soddisfazione della sua carriera. L’attenzione degli appassionati italiani era tutta su Paola Pezzo. La pluriolimpionica, partita nelle retrovie, è stata autrice di un bel recupero nella prima parte di gara fino ad arrivare alle soglie dell’ingresso nelle prime dieci posizioni, poi ha iniziato ad accusare crampi alle gambe ed è finita più indietro, 14esima a 10 minuti esatti dalla vincitrice: “Ho dato tutto per il pubblico che mi ha incitato lungo il percorso, da questo punto di vista è stata una gara bellissima. Con questo mondiale chiudo con la nazionale e il cross country, continuerò a fare qualche Marathon per il piacere di correre in mountain bike, senza alcuna aspettativa”. Immediatamente alle sue spalle, ad appena 9”, l’altra azzurra Eva Lechner, bloccata da un salto di catena all’inizio del secondo giro quando era dodicesima e in rimonta.